COP 20. Conferenza sul clima dell´ONU

La Conferenza sul clima delle Nazioni Unite (COP 20) che si è conclusa a Lima in questi giorni, con la partecipazione di delegazioni di 196 paesi, ha registrato qualche positivo passo in avanti ma non è riuscita a sbloccare nessuna delle criticità che hanno portato ai precedenti fallimenti, lasciando aperte molte incognite rispetto alla COP 21 di Parigi nel dicembre 2015.
Questo il giudizio del Contratto Mondiale sull’Acqua che evidenzia come i nodi che COP 20 doveva affrontare - quantificare gli impegni in termini di riduzione dei gas inquinanti prima del 2020, quantificare i flussi da destinare al Fondo per i Paesi in via di sviluppo; identificare i metodi e criteri di quantificazione dei danni e identificare i pilastri del testo della nuova convenzione che dovrà essere presentata alla COP 21 a Parigi - non sono stati sciolti.
I risultati raggiunti sono infatti una conferma del processo di quantificazione "volontario" degli impegni per la riduzione dei gas serra, lasciata alla discrezionalità dei singoli Stati in attesa di una formalizzazione degli Stati ed una conferma della road-map verso la Conferenza di Parigi.
Non sono stati raggiunti significativi livelli di avanzamento e di implementazione rispetto alla eliminazione delle emissioni di carbonio entro il 2050, poichè solo cinquanta nazioni hanno concordato su questo impegno. Sui punti critici dell’agenda come la differenziazione degli impegni nazionali, il rafforzamento del sostegno finanziario ai Paesi in via di sviluppo per raggiungere l'obiettivo dei 100 miliardi di $ nel 2020 e sul modello di “governance” necessario per la sottoscrizione a Parigi di un Nuovo Protocollo internazionale non si sono ridotte le distanze tra Paesi ricchi e poveri e quindi.