31 marzo 2015

Tunisi: acqua e terra, una battaglia comune

Il Contratto Mondiale al FSM di Tunisi

Durante la seconda giornata del Forum Sociale di Tunisi, ha avuto luogo una sessione sull’acqua promossa dal Contratto Mondiale sull’acqua (CICMA) in collaborazione con France et Libertès, Coordination Ile de France e Cospe, dedicata alla presentazione del Protocollo per il diritto umano all’acqua e ai servizi igienici , lo strumento giuridico predisposto con un gruppo di giuristi per concretizzare, a livello di impegni degli Stati, la risoluzione ONU 2010 ( www.contrattoacqua.it ).
Già condivisa a livello di Reti dell’acqua nell’incontro di Toronto (settembre 2014) e poi al Forum Sociale Africano di Dakar (ottobre 2014) e diffuso in rete in preparazione di Tunisi, questa proposta sarà oggetto di una campagna internazionale per identificare, entro il 2015, un numero di Stati disponibili ad avviare un processo negoziale di adozione di questo Trattato.

Nel corso di questa sessione, dopo la presentazione dei 32 articoli del Protocollo e della strategia con cui il Contratto Mondiale sull’acqua intende lanciare questa proposta, in occasione dei principali appuntamenti dell’agenda internazionale del 2015, hanno portato il loro contributo il direttore di France et Libertès Emanuele Poliane e Jean Claude Oliva che hanno sostenuto l’urgenza di far adottare alla comunità internazionale strumenti di concretizzazione del diritto umano all’acqua come il Protocollo, confermando il sostegno delle loro associazioni alla proposta. .

Ci sono state alcune importanti testimonianze, come quella di un’Associazione tunisina che ha segnalato le difficoltà che si incontrano nei processi di mobilitazione finalizzati alla costituzionalizzazione del diritto umano all’acqua nel proprio paese; il contributo di Richard Masimula Ngombo dello Swaziland, dove l’acqua è un diritto umano ed è riconosciuta come un bene pubblico, ma che, nonostante questi riconoscimenti, non è gestita dalla comunità e non è accessibile a tutti; l’esperienza di un comitato di cittadini per l’acqua di Istanbul che ha segnalato come in Turchia dal 1989 l’acqua sia stata privatizzata e mercificata ma è oggetto di denuncia l’incapacità delle autorità pubbliche di gestire con professionalità ed efficienza il servizio dell’acqua potabile; l’intervento dei rappresentanti delle reti dell’acqua del Centro America che hanno dichiarato il bisogno di uno strumento giuridico per il supporto delle loro iniziative per il riconoscimento del diritto all’acqua.

L’assemblea finale della piattaforma di “ convergenza sul diritto all’acqua e alla terra e contro il loro accaparramento ” lanciata in occasione del FSA di Dakar ha quindi aggiornato gli impegni di questa Dichiarazione con riferimento alle azioni di promozione dei diritti all’acqua e alla terra accogliendo la proposta di adozione di tutti gli strumenti giuridici in grado di assicurare l’effettivo accesso al diritto e di sottrarre alle imprese l’ambizione di appropriarsi di questi beni, garantendone l’accesso solo attraverso l’espropriazione e meccanismi di mercato.

Alla luce di questi confronti e soprattutto delle richieste avanzate dalle associazioni che hanno partecipato al seminario e alle tre sessioni della piattaforma di convergenza acqua e terra,  sull’acqua, in particolare quelle di Turchia, Tunisia, Ghana, Swaziland e Centro America, la proposta di uno strumento di diritto internazionale come il Protocollo Opzionale per il diritto all’acqua, nell’ambito del quadro giuridico del Patto PIDESC, è stata assunta da diversi movimenti dell’acqua come un’azione da condividere e sostenere. Il Protocollo, se realmente adottato dalla comunità internazionale, può influenzare i parlamenti locali ad approvare leggi di riconoscimento del diritto umano all’acqua e può costituire un quadro legislativo internazionale a supporto delle denunce dei comitati, dei cittadini e dei gruppi più vulnerabili nel rivendicare nei confronti degli Stati le violazioni subite.

Le sessioni Global Convergence of Lands and Water Struggles del FSM di Tunisi si sono quindi concluse con la condivisione del principio che il diritto umano all’acqua e alla terra compete agli Stati e che i cittadini e le comunità debbano rivendicare questo diritto a tutti i livelli.


Il testo “ Right to Water and Land, a Common Struggles ” in lingua inglese e francese a lato tra I "Materiali Prodotti"

ultima modifica: 04/05/2015 Alma P.

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